Archivio Segnalazioni Sistematicamente Obliate

Archivio Segnalazioni Sistematicamente Obliate

Quante volte hai chiamato le forze dell’ordine e queste non sono intervenute o non hanno risolto il problema?
Non ci sono pattuglie; non hanno riscontrato infrazioni; non hanno ritenuto di multare ma solo richiamare verbalmente; gli è stato ordinato di non spostarsi dal punto di presidio; non devono intervenire ma solo girare in auto; ecc.
E così da settimane si assiste impassibili al fenomeno della “movida”, o meglio, a quel fenomeno tche tollera schiamazzi notturni, rifiuti per terra, vomito, orinatoi a cielo aperto, risse, abuso di alcol o stupefacenti.

L’idea che tutto ciò disturbi solo il sonno di alcuni residenti (che possono mettere i tappi, cambiare gli infissi o addirittura casa!) è la scusa che si trova per non affrontare questa nuova forma di “violenza” (come qualche famoso giornalista l’ha definita), negando che la città la sera è invasa da folle di giovani che per il loro comportamento spesso “sfrenato”, limitano l’utilizzo dello spazio urbano da parte di turisti e altri cittadini: la città così non è viva, ma risulta sporca e insicura, con buona pace di chi ordina alle pattuglie di girare in auto in cerchio o stazionare per ore 

 

guardando assembramenti, consumazioni non seduti ai tavoli, spacciatori in bicicletta, locali con musica a tutto volume fino alle 2 di notte… Una presenza, insomma, che non crea sicurezza, ma avvalora e giustifica il comportamento incivile di alcuni.

Raccogliamo tutte le situazioni nelle quali si è deciso di “non agire” per pretendere che la legge venga applicata, sempre, per il benessere di tutti.

Scrivici:
https://forms.gle/YDkTqSW3xSv2HVnaA


 

Proposta per il polo Mamma-Bambino

Padova, luglio 2019

OGGETTO: Variante Pediatria – Sant’Antonio.

Presentazione di una variante sulla destinazione dell’Ospedale Sant’Antonio e modifica parziale dell’attuale progetto sull’Ospedale nella zona tra via San Massimo e via Gattamelata (attuale Pneumologia, Ostetricia…), mantenendo totalmente invariato il progetto del Nuovo Ospedale a Padova est e la creazione della torre delle emergenze a fianco dell’attuale Monoblocco.

La principale finalità di questa proposta è accelerare la risposta alla necessità di una nuova Pediatria, fornendo dei tempi certi, mantenendo l’eccellenza nella soluzione adottata. A questa motivazione seguono la valutazione dei costi (denaro pubblico), la gestione degli spazi (in termini di recupero di metratura e verde), e la progettualità a lungo termine (considerando le continue innovazioni in campo medico e i lunghi tempi di realizzazione del nuovo polo a Padova est).

PROGETTO

PROPOSTA

Nuovo edificio polifunzionale solo per Pediatria (oltre al futuro cantiere c’è la necessità di ricostruire l’attuale Ostetricia e mantenenere l’attuale Ginecologia).

Tempi: 6 anni (+5 anni)
Costo: 65 milioni (+30 milioni)

Dismissione dell’Ospedale Sant’Antonio (perdendo il valore di quanto investito negli ultimi interventi di ristrutturazione).

La valutazione di fattibilità del 2016 per la costruzione della nuova Pediatria (che la preferiva al trasferimento al Sant’Antonio) era stata effettuata considerando un tempo di 4,5 anni e una spesa di 20 milioni.

Creazione Polo Mamma-Bambino con l’unione di Pediatria, Ginecologia e Ostetricia all’Ospedale Sant’Antonio (necessita solo di un adeguamento tecnico).

Tempi: 3/4 anni
Costo: 23 milioni

Creazione di una nuova area verde e di ulteriori spazi (Ginecologia o nuovo edificio) per nuove funzioni (senza alcun aumento di spesa).

I dati ricavati dalla proposta del piano di fattibilità del 2016 sono mantenuti invariati e sono validi ancora oggi (20 milioni e circa 2 anni per il trasferimento della Pediatria).

Criticità del PROGETTO attuale

Finalità della variante PROPOSTA

Il Sant’Antonio non sarebbe più un ospedale: verrebbe dismesso con spostamento dei posti letto nel nuovo ospedale di Padova est, cambiando destinazione d’uso (uffici o RSA) e dissipando inoltre i 50 milioni spesi nell’ultimo decennio per ristrutturalo.

Il Sant’Antonio manterrebbe la sua funzione di ospedale: trasformandosi in un nuovo Polo ospedaliero specifico e completo per “Mamma – Bambino”. La struttura, per numero l’elevato numero di posti, avrà una gestione autonoma.

I tempi per la Nuova Pediatria: previsti 6 anni per la demolizione di Pneumologia e la costruzione del nuovo edificio polifunzionale per la sola Pediatria; e altri 5 anni per il rifacimento di Ostetricia.
Nel frattempo le attuali strutture e le loro funzioni continuerebbero a sussistere.
Spostamento dei posti letto del Sant’Antonio (10 anni) a conclusione del nuovo ospedale di Padova est.

I tempi per il Polo Mamma-Bambino: 2 anni per adeguamento del Sant’Antonio e trasferimento simultaneo e completo dell’attuale Pediatria, Ostetricia e Ginecologia (alcuni reparti sono gli stessi per adulti e bambini).
Queste ultime strutture ospiterebbero temporaneamente anche parte delle funzioni dell’attuale Sant’Antonio fino al definitivo spostamento a Padova Est.

Costi del nuovo edificio polifunzionale per la nuova Pediatria: dopo svariati aumenti, giunti a 62 milioni.
A questi vanno aggiunti circa 30 milioni per il rifacimento di Ostetrica.
Ginecologia rimane invariata.
Si perdono i 50 milioni spesi nell’ultimo decennio per la ristrutturazione del Sant’Antonio.

Costi per l’adeguamento dell’intera struttura del Sant’Antonio: 20 milioni (già in ottimo stato per recenti rinnovi), inglobando in questa cifra il costo dell’inserimento di Pediatria, Ginecologia ed Ostetricia. La costruzione del solo stabile del nuovo edificio polifunzionale, se si decidesse di farlo ancora, è di 30 milioni.

Spazi (gli edifici non citati espressamente vengono abbattuti): il nuovo edificio polifunzionale per la Pediatria ha raddoppiato la sua dimensione, e subito diverse modifiche perché lo spazio non risultava sufficiente a garantire i servizi essenziali (ad oggi non è ancora stato approvato il progetto definitivo).
La struttura di Ostetricia deve essere ricostruita e ingrandita perché non è conveniente il solo restauro.
Questi due stabili e l’odierna Ginecologia, seppur vicini, non sono collegati tra loro e necessiteranno di eventuali corridoi di collegamento.
I posti letto (292 PL e 11AP) persi al Sant’Antonio dovranno essere ricollocati a Padova est.

Spazio del Sant’Antonio: più che sufficiente a coprire lo spostamento di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, e mantenere contestualmente alcuni suoi attuali reparti. Allo spostamento di tutte le funzioni del Sant’Antonio a Padova est, rimarrà ulteriore spazio da dedicare al Polo Mamma-Bambino (tutto in un’unica struttura, come prevedono i nuovi standard ospedalieri).
L’attuale spazio di Ginecologia, alla nascita dell’ospedale a Padova est, rimarrebbe totalmente libero e immerso in un nuova area verde (zona che in passato è stata oggetto di incontrollato sviluppo edilizio).
Il nuovo edificio polifunzionale a sostituzione dell’eventuale Ostetricia o Ginecologia potrebbe trovare una vocazione nuova: campus delle neuroscienze o uno spazio per la medicina riabilitativa o una funzione inaspettata secondo le esigenze mediche che si potranno generare tra 15 anni (tempo previsto circa per la sua realizzazione).

Criticità nella realizzazione di un’opera da appaltare (nuovo edificio polifunzionale per la Pediatria) che richiede l’abbattimento di un altro edificio (Pneumologia), all’interno del centro storico cittadino (difficoltà provocate dal cantiere e successivo aumento del traffico) e su cui grava la presenza di amianto (che non era stata certificata in fase di valutazione).
Lo stesso vale per il rifacimento di Ostetricia.
Inoltre per la nuova Pediatria non si deve sottovalutare l’eventuale intervento della Soprintendenza per la vicinanza delle mura (pochi metri dalle “piazze basse”) o vincolo paesaggistico (visto l’impatto evidente di un edificio così grande).

La nascita del Polo Mamma-Bambino non richiede nuove costruzioni, per cui le tempistiche sono certe e allo stato attuale, più rapide di qualsiasi soluzione.
Il trasferimento dei reparti era stato valutato ottimale nel 2016 dal punto di vista della fattibilità in quanto lo scambio di posti letto per adulti con posti letto per bambini (su reparti identici) fornisce priorità alla categoria considerata più debole (risolvendo la necessità del posto letto in camera per le mamme e i servizi) e di uso temporaneo per quei posti letto riservati ad adulti e ricollocati dopo a Padova est.

Petizione congiunta per vincolo del baluardo Cornaro

MERCOLEDI’ 17 LUGLIO ALLE ORE 11 PRESSO LA SALA VERDE DEL

CAFFE’ PEDROCCHI

ALCUNI ORDINI E ASSOCIAZIONI TERRANNO UNA CONFERENZA STAMPA PER ILLUSTRARE LA LETTERA INVIATA AL NUOVO SOPRINTENDENTE SU

LA TORRE DI NUOVA PEDIATRIA, ALTA 10 PIANI A POCHI METRI DALLE MURA E DAL BASTIONE CORNARO DEL SANMICHELI: UN AFFRONTO PER LA CULTURA E L’IMMAGINE DELLA CITTÀ

I sottoscritti Ordini e Associazioni, ritenendo che la nuova sede per la Pediatria a Padova debba offrire condizioni ambientali adeguate alle necessità di cura dei bambini dedicando loro quelle attenzioni garantite in tutte le moderne strutture a questo destinate, assenti nel nuovo progetto, ribadiscono le richieste e le osservazioni contenute nelle numerose petizioni già presentate dal 2017 ad oggi e ampiamente dibattute sulla stampa, invitando la Soprintendenza a verificare aspetti di tutela finora ignorati evidenziati nella lettera inviata.

Si sottolinea nuovamente l’impatto della nuova torre (lunga 72 metri e alta 31, come 10 piani di un condominio) sulle Mura e sulle gallerie sottostanti il Baluardo Cornaro (a pochi metri dalla nuova costruzione). Ciò comporta la definitiva devastazione di una parte della città storica e dell’area ospedaliera (oggi congestionata, impresentabile e già oggetto di infelici scelte urbanistiche degli anni ’50) e la perdita, per sempre, di una delle più insigni opere del Sanmicheli.

Una diversa localizzazione permetterà di non dilapidare denaro pubblico (65 milioni di euro) per un enorme edificio polifunzionale, che da un lato non tiene in considerazione le esigenze ambientali nella cura dei bambini relegati in un parallelepipedo di cemento in mezzo al traffico e senza spazi verdi, e dall’altro distrugge l’immagine di questo settore del centro storico e di una parte importante delle Parco delle Mura e delle Acque. Laddove, per lo stesso Parco (che l’Amministrazione sta valorizzando e di cui in questi giorni sono iniziati i lavori) sono oggi stanziati circa 9 mil di euro, e ne serviranno molti altri per consegnare alla città l’opera compiuta.

Tutto ciò è evidentemente contraddittorio e, oltre a prefigurare un uso discutibile di denaro pubblico, vanifica oltre trent’anni di studi e dibattiti cittadini per un Parco che, collegando gli altri parchi urbani e il sistema storico-fluviale del territorio, darà a Padova nuovo decoro, vivibilità, salubrità e rilancio turistico sostenibile.

f.to:
Ordine degli Architetti, P.P. e C. di Padova
Italia Nostra Sez. di Padova
Comitato Mura di Padova
Legambiente Padova
Ass. Amissi del Piovego
Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova
Gruppo inCivilis-Padova
AR/CO – Architettura Contemporanea; Associazione e fondata da Oddone Longo
Ass. Filosofia di Vita – Padova
CESP – Centro Studi per la scuola pubblica
Rivista “Galileo”
Associazione Nazionale “Attuare la Costituzione”
Città Amica

——————————————————————————————————————————————————–

Al Soprintendente SABAP-Ve-Met
Arch. Emanuela Carpani
Via Aquileia (Palazzo Folco), 7
35139 Padova (PD)
mbac-sabap-ve-met@mailcert.beniculturali.it Padova 15 luglio 2019
Oggetto: Costruzione di edificio denominato “nuova pediatria” in prossimità del bastione Cornaro delle Mura di Padova

Gent.ma Soprintendente,

Premesso che:

– il bastione Cornaro è vincolato con Decreto in data 22 dicembre 1923 dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione in base alla Legge n. 364 del 20 giugno 1909 (allegato 1);

– è il più grande bastione fortificato padovano costruito da Michele Sanmicheli tra il 1539 ed il 1540, composto di due “piazzebasse” a emiciclo; le cannoniere erano poste su due livelli nei fianchi del bastione (v. Giacomo Rusconi, “Le mura di Padova”, 1921) (allegato 2);

– l’importanza dell’opera, la sua unicità, e il suo pregio, sono già ricordati da Giorgio Vasari che attribuisce al Sanmicheli due “invenzioni”: quella di “fare i bastioni a cantoni” e quella di “fare i bastioni con le tre piazze”, cioè di costruire dei bastioni che avessero sia le piazzebasse che quelle alte a cielo aperto (Lionello Puppi, Michele Sanmicheli, architetto di Verona, 1986) e anche: “Si pensi ad esempio al baluardo Cornaro, potente avancorpo dotato di batteria in barbetta e di due piazze basse intercomunicanti, tramite una galleria che, se necessario, sarebbe servita come contromina. Iniziato come già detto nel 1539, il nuovo baluardo sarà ultimato soltanto nel 1556, con la copertura in terra delle sue strutture”. (Giulio Bresciani Alvarez in Architettura a Padova, il Poligrafo, Padova, 1999) (allegati 3 e 3 bis);

– nel corso degli anni gli spazi del bastione hanno avuto impieghi diversi: dalla collocazione di polveriere dell’esercito italiano negli anni della Prima guerra mondiale, fino alla costruzione delle cliniche e dei loro ampliamenti e alla riduzione delle piazzebasse a parcheggi, depositi e vani tecnici;

– nel terrapieno a nord della piazzabassa occidentale è ancora visibile un tratto della volta d’entrata in galleria, riscontrabile anche all’interno dell’emiciclo (foto in allegato 4);

– le piazzebasse e relative gallerie d’accesso sono evidentemente parte costitutiva del bastione, e come tali devono essere considerate elementi da tutelare.

Si evidenzia che:

– le distanze riportate nella Conferenza dei Servizi Istruttoria per la costruzione del “nuovo edificio per la pediatria”, seppur nel rispetto del vincolo diretto dalle mura, non tutelano affatto il Baluardo Cornaro e i suoi originali elementi tipologici e costruttivi, dovendosi intendere anche le opere interne alle cortine, elemento essenziale della “macchina” creata dal Sanmicheli;

– dai progetti dell’Azienda Ospedaliera apparsi sulla stampa negli ultimi mesi, si vede inoltre che il volume dell’edificio di nuova pediatria dagli ultimi sviluppi del progetto risulta essere a circa 5 metri dall’ingresso della galleria di ponente della piazzabassa (allegato 5).

– la Conferenza dei Servizi Istruttoria del 10 aprile 2017 ha eluso uno dei capisaldi fondamentali per la salvaguardia della monumentalità decretata con il Vincolo del 1923: e cioè, se il baluardo debba o meno essere considerato parte di un insieme costruttivo unitario, mentre risulta evidente che qualsiasi edificio storico debba essere considerato nella sua unità formale e costruttiva, compresi gli eventuali interrati; a maggior ragione per le Mura Cinquecentesche di Padova, in cui le gallerie e le grandi sale interrate costituiscono certamente uno dei motivi di maggiore interesse e originalità.

Inoltre va attentamente considerato che:

– l’edificazione della nuova pediatria, alta 31 metri, a pochi metri dal bastione Cornaro, costituirà l’annientamento dell’immagine monumentale dello stesso, essendo il bastione per sua natura un elemento emergente nella struttura difensiva, tutto ciò in totale contrasto con il già citato vincolo (allegato 1) in cui si sottolinea la necessità di non “modificare l’aspetto di quelle zone o turbarne la bellezza panoramica”;

– rimane infine l’impatto paesaggistico, che pregiudica la possibilità di una credibile prosecuzione del Parco delle Mura anche in questo lungo tratto in cui le cortine sono ancora fisicamente presenti e in buona parte integre, tenendo conto che il fronte bastionato cinquecentesco non è costituito dalla sola cinta muraria ma anche, e soprattutto, dalle fosse esterne e dai terrapieni interni, dalla strada di circonvallazione esterna fino a quella interna (sulla quale dovrebbe sorgere il nuovo edificio).

Pertanto, si chiede a codesta Soprintendenza:

– di verificare se il progetto di nuova pediatria rispetti lo spirito e la lettera del vincolo sul bastione Cornaro e del suo contesto, così come esplicitato nei decreti di vincolo allegati, e in particolare “evitare che ne sia danneggiata la prospettiva e che ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”;

– di decretare d’urgenza un vincolo paesaggistico su questa parte particolarmente a rischio delle mura, come già richiesto con precedenti istanze, essendo già in programma da tempo la ristrutturazione complessiva di questo settore della zona ospedaliera con altri edifici previsti in prossimità della torre di nuova pediatria in questione.

Integrazione “piazze basse” alla Soprintendenza

Padova 24 Aprile 2019
Soprintendente
SABAP-Ve-Met
Arch. Emanuela Carpani

Con la presente, siamo ad integrare quanto già depositato con il protocollo del 9 Aprile c.m. riguardo il rispetto dei vincoli per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”.
L’integrazione riguarda la struttura del Baluardo Cornaro, il più grande circuito fortificato padovano costruito da Michele Sanmicheli tra il 1539 ed il 1540, composto di due “piazze basse” ad emiciclo  (come le chiamò Sanmicheli), intercomunicanti da gallerie interne dove erano posti i pezzi di cannoniera (le bocche da fuoco, invece, erano poste in barbetta nelle facce e nei fianchi del
bastione), e da cui si accede da due porte dalla strada della circonvallazione interna (Giacomo Rusconi, “Le mura di Padova”, 1921). A confermare l’importanza dell’opera, la sua unicità, e il suo pregio, è Giorgio Vasari che attribuisce al Sanmicheli due “invenzioni”, quella di “fare i bastioni a cantoni” e quella di “fare i bastioni con le tre piazze”, cioè di costruire dei bastioni che avessero sia
le piazze basse che quelle alte a cielo aperto (Lionello Puppi, Michele Sanmicheli, architetto di Verona, 1986).
Nel corso degli anni, poi, gli spazi delle piazze basse del bastione hanno avuto impieghi diversi, dagli anni della Prima guerra mondiale dove vi furono trasferite le polveriere dell’esercito italiano fino alla costruzione delle cliniche e dei loro ampliamenti, dove sono state, e sono a tutt’oggi, usate come deposito o vani tecnici. Nel tempo è stato possibile visitare solo la piazza bassa di ponente, di cui si detiene materiale fotografico che conferma l’utilizzo di cui sopra, ma non è mai stato
concesso di visitare la piazza bassa di levante (lato pneumologia), di cui però si vedono chiaramente il terrapieno della piazza bassa stessa e l’entrata della sua galleria.
Da quanto sopra indicato, quindi, si evidenzia che le piazze basse sono parte integrante del bastione stesso, e come tali devono essere considerate elemento da tutelare.
Se, infatti, secondo le misure riportate nella Conferenza dei Servizi Istruttoria per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria” viene rispettato il vincolo diretto dalle mura, ciò non può dirsi per ilBastione Cornaro stesso e i suoi elementi costruttivi, trovandosi il nuovo edificio a 5 metri dall’entrata della galleria di levante, a 13 metri dal suo terrapieno e a 20 metri dalla sua piazza bassa.
Includendo gli elementi costruttivi del Bastione Cornaro finora esclusi nella planimetria allegata alla Conferenza dei Servizi Istruttoria del 10 aprile 2017 per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”, e considerando quindi il monumento del Sanmicheli nella sua interezza, risulta evidente come, integrando le nuove distanze con il futuro nuovo edificio, ne risulti la mancanza dei requisiti
previsti per legge. Per questo motivo abbiamo richiesto che il suddetto materiale, inviato all’Azienda Ospedaliera, fosse integrato nella prossima Conferenza dei Servizi.
Inoltre, valutando la possibilità della presenza di vincolo paesaggistico, facciamo seguito con una ricostruzione dell’ingombro del nuovo edificio (lunghezza 72 metri, larghezza 25 metri e altezza 31 metri), basandoci sulle misure e caratteristiche presenti nella Conferenza dei Servizi Istruttoria approvata, per valutarne l’impatto sull’esistente e sulle mura (in rosso).

Notifica esistenza “piazze basse” all’Azienda Ospedaliera

Notifica esistenza “piazze basse” all’Azienda Ospedaliera

Padova 24 Aprile 2019
Direttore generale
Dr. Luciano Flor
Azienda Ospedaliera

Con la presente, siamo a porre a Vostra conoscenza l’esatta conformazione del Bastione Cornaro ai fini dell’aggiornamento di tale dato nella prossima Conferenza dei Servizi per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”.
L’importanza storica che riveste il Bastione Cornaro deriva dal fatto che è il più grande circuito fortificato padovano costruito da Michele Sanmicheli tra il 1539 ed il 1540, composto di due “piazze basse” ad emiciclo (come le chiamò Sanmicheli), intercomunicanti da gallerie interne dove erano posti i pezzi di cannoniera (le bocche da fuoco, invece, erano poste in barbetta nelle facce e nei fianchi del bastione), e da cui si accede da due porte dalla strada della circonvallazione interna
(Giacomo Rusconi, “Le mura di Padova”, 1921). A confermare l’importanza dell’opera, la sua unicità, e il suo pregio, è Giorgio Vasari che attribuisce al Sanmicheli due “invenzioni”, quella di “fare i bastioni a cantoni” e quella di “fare i bastioni con le tre piazze”, cioè di costruire dei bastioni che avessero sia le piazze basse che quelle alte a cielo aperto (Lionello Puppi, Michele Sanmicheli, architetto di Verona, 1986).
Nel corso degli anni, poi, gli spazi delle piazze basse del bastione hanno avuto impieghi diversi, dagli anni della Prima guerra mondiale dove vi furono trasferite le polveriere dell’esercito italiano fino alla costruzione delle cliniche e dei loro ampliamenti, dove sono state, e sono a tutt’oggi, usate come deposito o vani tecnici. Nel tempo è stato possibile visitare solo la piazza bassa di ponente, di cui si detiene materiale fotografico che conferma l’utilizzo di cui sopra, ma non è mai stato
concesso di visitare la piazza bassa di levante (lato pneumologia), di cui però si vedono chiaramente il terrapieno della piazza bassa stessa e l’entrata della sua galleria.
Da quanto sopra indicato, quindi, si evidenzia che le piazze basse sono parte integrante del bastione stesso, e come tali devono essere considerate elemento da tutelare.

Se, infatti, secondo le misure riportate nella Conferenza dei Servizi Istruttoria per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria” viene rispettato il vincolo diretto dalle mura, ciò non può dirsi per il Bastione Cornaro stesso e i suoi elementi costruttivi, trovandosi il nuovo edificio a 5 metri galleria di levante, a 13 metri dal suo terrapieno e a 20 metri dalla sua piazza bassa.
Includendo gli elementi costruttivi del Bastione Cornaro finora esclusi nella planimetria allegata alla Conferenza dei Servizi Istruttoria del 10 aprile 2017 per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”, e considerando quindi il monumento del Sanmicheli nella sua interezza, si chiede di integrare le nuove distanze nella valutazione del nuovo edificio.

Il “contorno” della Prandina: Corso Milano e Riviere

Il “contorno” della Prandina: Corso Milano e Riviere

La caserma Prandina deve essere vista come l’occasione per migliorare l’intera area ovest della città, non si può pensare che la sua funzione finisca dentro le mura che la circondano: il grande parco deve essere in rapporto totale con l’esterno.

Per questo fin dal progetto iniziale abbiamo tracciato solo delle linee strutturali (parcheggio interrato e grande parco attraversato da ciclabile) e non siamo entrati nel dettaglio della progettazione: esperienza che stiamo condividendo con Agenda 21.
Ritenendo che per partecipare ad un tavolo di lavoro ci vogliano informazioni adeguate (l’argomento del 16 aprile è “mobilità e parcheggio”), abbiamo monitorato la zona limitrofa alla Prandina: dalle numerose segnalazioni degli utenti nella pagina facebook “inCivilis Padova” e dall’osservazione diretta, si evidenzia la necessità di aumentare e razionalizzare i posti auto, soprattutto per supplire alla mancanza o inadeguatezza delle ciclabili. Se i problemi si manifestano quotidianamente non osiamo pensare cosa succederà quando 7.000 persone in più frequenteranno la Piave: l’intervento è necessario e il tempo scarseggia!

Un’altra zona che può cambiare il suo volto grazie alla Prandina è Corso Milano: da autostrada per il centro a nuova via dello shopping.
Se l’idea futura è chiara si può intervenire gradualmente: spostare nel parcheggio interrato in Prandina i posti blu lungo la strada e creare la ciclabile; prevedere una linea tram che serva la zona ad ovest; e chissà che un domani, mezzi pubblici permettendo, corso Milano non si possa addirittura inserire nella Ztl (cosa augurabile per l’intera area cinquecentesca).
Abbiamo deciso perciò di presentare un rendering che non illustra il parco in Prandina (pur intravedendolo e mostrando via Orsini interrata da cui si esce dal parcheggio), concentrarci per l’appunto su corso Milano, perché si possa cominciare a discutere dell’intera zona.

VINCOLO PAESAGGISTICO SULLE MURA DI PADOVA

VINCOLO PAESAGGISTICO SULLE MURA DI PADOVA

Padova, 04/04/2019
Al Sindaco Sergio Giordani

OGGETTO: VINCOLO PAESAGGISTICO CINTA MURARIA DI PADOVA

A fronte della decisione dell’Amministrazione comunale di patrocinare e supportare il progetto “Parco delle Mura e delle Acque” (anche con la creazione di un’apposita delega), siamo a richiedere che il Comune di Padova si faccia parte attiva nella richiesta di tutela paesaggistica (ai sensi e per gli effetti dell’art. 46, D.Lgs. 42/2004) delle mura cinquecentesche della città, il più esteso sistema bastionato rinascimentale in Europa giunto fino a nostri giorni e il primo realizzato a difesa di una grande città di pianura.

Se tale progetto ha il pregio di costituire l’occasione per un riordino urbano complessivo della città storica con il recupero di aree degradate e la loro trasformazione paesaggistica, si rende necessaria la conferma di una tutela per l’intero contesto paesaggistico attiguo alla cinta muraria e che regoli, in un’area già di importante densità edilizia, il rapporto tra spazi liberi, costruzioni esistenti e nuove.

Infatti, ad oggi, le mura di Padova (oggetto di interesse storico e paesaggistico già dalla legge 364 del 20 giugno 1909), dal prezioso valore storico-culturale, presentano il solo vincolo diretto (Decreto Ministeriale P.I. 26 Maggio 1928 a firma del ministro Fedele) e non un vincolo che ne tuteli la visuale, la prospettiva e la luce richiesta dal monumento stesso.

In sintonia con quanto disposto dalle leggi inerenti la tutela, la sovrapposizione vincolistica (vincolo diretto e vincolo indiretto) permetterebbe che, a fronte dell’imponente impegno economico pubblico e privato (ad oggi 9 milioni di euro) necessario per la realizzazione del progetto, si giungesse ad una valutazione più attenta delle scelte urbanistiche contravvenendo a costruire sulla spinta delle necessità del momento in presenza di edifici che già oggi occupano spazi adiacenti dentro e fuori le mura (vedasi bastione Cornaro).

Nel dare seguito alla richiesta di tutela paesaggistica dell’area cinquecentesca di Padova, non si mette in discussione il vincolo esistente, ma si chiede di accertare le caratteristiche di pregio culturale o paesaggistico della porzione di territorio che insiste nell’area e se ne vuole sottolineare la bellezza d’insieme, oltre che quella individuale.

RICHIESTA TUTELA BASTIONE CORNARO

RICHIESTA TUTELA BASTIONE CORNARO

Padova, 03/04/2019

Al Soprintendente Dott.ssa Emanuela Carpani

OGGETTO: RICHIESTA AVVIO PROCEDIMENTO PER TUTELA INDIRETTA CINTA MURARIA PADOVA

Il gruppo inCivilis Padova, con lo scopo di tutelare e valorizzare il centro storico di Padova e il suo patrimonio

PREMESSO CHE:

la cinta muraria di Padova, oggetto di interesse storico e paesaggistico già dalla legge 364 del 20 giugno 1909, presenta un vincolo diretto DM P.I. del 26 maggio 1928 (allegato 2), risultando bene culturale tutelato ai sensi del D.Lgs. 42/2004;

i lavori di costruzione del Nuovo edificio per la Pediatria, indicato nella Conferenza servizi istruttoria del 04/10/2017 dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova:

– mettono in serio pericolo l’integrità del bene perché non viene osservata la zona di rispetto lungo il perimetro delle mura (identificata dai decreti 8699, 8701, 8703 del Ministro Fedele). Nel progetto del nuovo edificio le “piazze basse” e le gallerie del bastione Cornaro non si ritengono parte integrante dell’intera struttura muraria (studio “Michele Sanmicheli architetto” di Lionello Puppi), perciò la distanza considerata non sarebbe 25 metri ma 17 metri, come evidenzia il rilievo di Ronzani (allegato 4);

– contestualmente, non tanto per le finiture (colori e materiali) ma quanto per la dimensione, il nuovo edificio stravolge lo skyline e ne danneggia la prospettiva e la luce richiesta dal monumento stesso (oggetto di restauro, valorizzazione ed inclusione nel futuro “Parco delle mura e delle acque” – allegato 5). In particolare modificherà la visibilità di scorcio e d’insieme, da vari punti di visuale, compromettendo l’area contigua della città “antica” interna alle mura (Giustinianeo ed ex Macello) con un edificio moderno di notevoli dimensioni (ad oggi con la nuova variante di progetto arrivati a circa 18.000 mq) che inevitabilmente sovrasterebbe e “oscurerebbe” le ben più basse mura storiche;

CHIEDE:

all’intestata Soprintendenza di attivare, ai sensi e per gli effetti dell’art. 46, D.Lgs. 42/2004, il procedimento per la tutela indiretta della cinta muraria di Padova nel suo complesso, evitando la paradossale situazione per cui la sola distanza del vincolo diretto permetta interventi dentro o fuori le mura, senza tener conto della salvaguardia dell’intero contesto paesaggistico in cui è inserito il complesso delle mura cinquecentesche di Padova (tutelato anche dell’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana).

allegato 4

allegato 2

allegato 5 – dal sito del Comitato Mura

Sono state inoltre allegate: decreto del vincolo 1928;  Conferenza dei servizi dell’Azienda Ospedaliera; due prospettive dell’area con il nuovo stabile.

Theme: Overlay by Kaira Extra Text
Cape Town, South Africa