Anno: 2019

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Proposta per il polo Mamma-Bambino

Padova, luglio 2019

OGGETTO: Variante Pediatria – Sant’Antonio.

Presentazione di una variante sulla destinazione dell’Ospedale Sant’Antonio e modifica parziale dell’attuale progetto sull’Ospedale nella zona tra via San Massimo e via Gattamelata (attuale Pneumologia, Ostetricia…), mantenendo totalmente invariato il progetto del Nuovo Ospedale a Padova est e la creazione della torre delle emergenze a fianco dell’attuale Monoblocco.

La principale finalità di questa proposta è accelerare la risposta alla necessità di una nuova Pediatria, fornendo dei tempi certi, mantenendo l’eccellenza nella soluzione adottata. A questa motivazione seguono la valutazione dei costi (denaro pubblico), la gestione degli spazi (in termini di recupero di metratura e verde), e la progettualità a lungo termine (considerando le continue innovazioni in campo medico e i lunghi tempi di realizzazione del nuovo polo a Padova est).

PROGETTO

PROPOSTA

Nuovo edificio polifunzionale solo per Pediatria (oltre al futuro cantiere c’è la necessità di ricostruire l’attuale Ostetricia e mantenenere l’attuale Ginecologia).

Tempi: 6 anni (+5 anni)
Costo: 65 milioni (+30 milioni)

Dismissione dell’Ospedale Sant’Antonio (perdendo il valore di quanto investito negli ultimi interventi di ristrutturazione).

La valutazione di fattibilità del 2016 per la costruzione della nuova Pediatria (che la preferiva al trasferimento al Sant’Antonio) era stata effettuata considerando un tempo di 4,5 anni e una spesa di 20 milioni.

Creazione Polo Mamma-Bambino con l’unione di Pediatria, Ginecologia e Ostetricia all’Ospedale Sant’Antonio (necessita solo di un adeguamento tecnico).

Tempi: 3/4 anni
Costo: 23 milioni

Creazione di una nuova area verde e di ulteriori spazi (Ginecologia o nuovo edificio) per nuove funzioni (senza alcun aumento di spesa).

I dati ricavati dalla proposta del piano di fattibilità del 2016 sono mantenuti invariati e sono validi ancora oggi (20 milioni e circa 2 anni per il trasferimento della Pediatria).

Criticità del PROGETTO attuale

Finalità della variante PROPOSTA

Il Sant’Antonio non sarebbe più un ospedale: verrebbe dismesso con spostamento dei posti letto nel nuovo ospedale di Padova est, cambiando destinazione d’uso (uffici o RSA) e dissipando inoltre i 50 milioni spesi nell’ultimo decennio per ristrutturalo.

Il Sant’Antonio manterrebbe la sua funzione di ospedale: trasformandosi in un nuovo Polo ospedaliero specifico e completo per “Mamma – Bambino”. La struttura, per numero l’elevato numero di posti, avrà una gestione autonoma.

I tempi per la Nuova Pediatria: previsti 6 anni per la demolizione di Pneumologia e la costruzione del nuovo edificio polifunzionale per la sola Pediatria; e altri 5 anni per il rifacimento di Ostetricia.
Nel frattempo le attuali strutture e le loro funzioni continuerebbero a sussistere.
Spostamento dei posti letto del Sant’Antonio (10 anni) a conclusione del nuovo ospedale di Padova est.

I tempi per il Polo Mamma-Bambino: 2 anni per adeguamento del Sant’Antonio e trasferimento simultaneo e completo dell’attuale Pediatria, Ostetricia e Ginecologia (alcuni reparti sono gli stessi per adulti e bambini).
Queste ultime strutture ospiterebbero temporaneamente anche parte delle funzioni dell’attuale Sant’Antonio fino al definitivo spostamento a Padova Est.

Costi del nuovo edificio polifunzionale per la nuova Pediatria: dopo svariati aumenti, giunti a 62 milioni.
A questi vanno aggiunti circa 30 milioni per il rifacimento di Ostetrica.
Ginecologia rimane invariata.
Si perdono i 50 milioni spesi nell’ultimo decennio per la ristrutturazione del Sant’Antonio.

Costi per l’adeguamento dell’intera struttura del Sant’Antonio: 20 milioni (già in ottimo stato per recenti rinnovi), inglobando in questa cifra il costo dell’inserimento di Pediatria, Ginecologia ed Ostetricia. La costruzione del solo stabile del nuovo edificio polifunzionale, se si decidesse di farlo ancora, è di 30 milioni.

Spazi (gli edifici non citati espressamente vengono abbattuti): il nuovo edificio polifunzionale per la Pediatria ha raddoppiato la sua dimensione, e subito diverse modifiche perché lo spazio non risultava sufficiente a garantire i servizi essenziali (ad oggi non è ancora stato approvato il progetto definitivo).
La struttura di Ostetricia deve essere ricostruita e ingrandita perché non è conveniente il solo restauro.
Questi due stabili e l’odierna Ginecologia, seppur vicini, non sono collegati tra loro e necessiteranno di eventuali corridoi di collegamento.
I posti letto (292 PL e 11AP) persi al Sant’Antonio dovranno essere ricollocati a Padova est.

Spazio del Sant’Antonio: più che sufficiente a coprire lo spostamento di Pediatria, Ostetricia e Ginecologia, e mantenere contestualmente alcuni suoi attuali reparti. Allo spostamento di tutte le funzioni del Sant’Antonio a Padova est, rimarrà ulteriore spazio da dedicare al Polo Mamma-Bambino (tutto in un’unica struttura, come prevedono i nuovi standard ospedalieri).
L’attuale spazio di Ginecologia, alla nascita dell’ospedale a Padova est, rimarrebbe totalmente libero e immerso in un nuova area verde (zona che in passato è stata oggetto di incontrollato sviluppo edilizio).
Il nuovo edificio polifunzionale a sostituzione dell’eventuale Ostetricia o Ginecologia potrebbe trovare una vocazione nuova: campus delle neuroscienze o uno spazio per la medicina riabilitativa o una funzione inaspettata secondo le esigenze mediche che si potranno generare tra 15 anni (tempo previsto circa per la sua realizzazione).

Criticità nella realizzazione di un’opera da appaltare (nuovo edificio polifunzionale per la Pediatria) che richiede l’abbattimento di un altro edificio (Pneumologia), all’interno del centro storico cittadino (difficoltà provocate dal cantiere e successivo aumento del traffico) e su cui grava la presenza di amianto (che non era stata certificata in fase di valutazione).
Lo stesso vale per il rifacimento di Ostetricia.
Inoltre per la nuova Pediatria non si deve sottovalutare l’eventuale intervento della Soprintendenza per la vicinanza delle mura (pochi metri dalle “piazze basse”) o vincolo paesaggistico (visto l’impatto evidente di un edificio così grande).

La nascita del Polo Mamma-Bambino non richiede nuove costruzioni, per cui le tempistiche sono certe e allo stato attuale, più rapide di qualsiasi soluzione.
Il trasferimento dei reparti era stato valutato ottimale nel 2016 dal punto di vista della fattibilità in quanto lo scambio di posti letto per adulti con posti letto per bambini (su reparti identici) fornisce priorità alla categoria considerata più debole (risolvendo la necessità del posto letto in camera per le mamme e i servizi) e di uso temporaneo per quei posti letto riservati ad adulti e ricollocati dopo a Padova est.

Petizione congiunta per vincolo del baluardo Cornaro

MERCOLEDI’ 17 LUGLIO ALLE ORE 11 PRESSO LA SALA VERDE DEL

CAFFE’ PEDROCCHI

ALCUNI ORDINI E ASSOCIAZIONI TERRANNO UNA CONFERENZA STAMPA PER ILLUSTRARE LA LETTERA INVIATA AL NUOVO SOPRINTENDENTE SU

LA TORRE DI NUOVA PEDIATRIA, ALTA 10 PIANI A POCHI METRI DALLE MURA E DAL BASTIONE CORNARO DEL SANMICHELI: UN AFFRONTO PER LA CULTURA E L’IMMAGINE DELLA CITTÀ

I sottoscritti Ordini e Associazioni, ritenendo che la nuova sede per la Pediatria a Padova debba offrire condizioni ambientali adeguate alle necessità di cura dei bambini dedicando loro quelle attenzioni garantite in tutte le moderne strutture a questo destinate, assenti nel nuovo progetto, ribadiscono le richieste e le osservazioni contenute nelle numerose petizioni già presentate dal 2017 ad oggi e ampiamente dibattute sulla stampa, invitando la Soprintendenza a verificare aspetti di tutela finora ignorati evidenziati nella lettera inviata.

Si sottolinea nuovamente l’impatto della nuova torre (lunga 72 metri e alta 31, come 10 piani di un condominio) sulle Mura e sulle gallerie sottostanti il Baluardo Cornaro (a pochi metri dalla nuova costruzione). Ciò comporta la definitiva devastazione di una parte della città storica e dell’area ospedaliera (oggi congestionata, impresentabile e già oggetto di infelici scelte urbanistiche degli anni ’50) e la perdita, per sempre, di una delle più insigni opere del Sanmicheli.

Una diversa localizzazione permetterà di non dilapidare denaro pubblico (65 milioni di euro) per un enorme edificio polifunzionale, che da un lato non tiene in considerazione le esigenze ambientali nella cura dei bambini relegati in un parallelepipedo di cemento in mezzo al traffico e senza spazi verdi, e dall’altro distrugge l’immagine di questo settore del centro storico e di una parte importante delle Parco delle Mura e delle Acque. Laddove, per lo stesso Parco (che l’Amministrazione sta valorizzando e di cui in questi giorni sono iniziati i lavori) sono oggi stanziati circa 9 mil di euro, e ne serviranno molti altri per consegnare alla città l’opera compiuta.

Tutto ciò è evidentemente contraddittorio e, oltre a prefigurare un uso discutibile di denaro pubblico, vanifica oltre trent’anni di studi e dibattiti cittadini per un Parco che, collegando gli altri parchi urbani e il sistema storico-fluviale del territorio, darà a Padova nuovo decoro, vivibilità, salubrità e rilancio turistico sostenibile.

f.to:
Ordine degli Architetti, P.P. e C. di Padova
Italia Nostra Sez. di Padova
Comitato Mura di Padova
Legambiente Padova
Ass. Amissi del Piovego
Gruppo Giardino Storico dell’Università di Padova
Gruppo inCivilis-Padova
AR/CO – Architettura Contemporanea; Associazione e fondata da Oddone Longo
Ass. Filosofia di Vita – Padova
CESP – Centro Studi per la scuola pubblica
Rivista “Galileo”
Associazione Nazionale “Attuare la Costituzione”
Città Amica

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Al Soprintendente SABAP-Ve-Met
Arch. Emanuela Carpani
Via Aquileia (Palazzo Folco), 7
35139 Padova (PD)
mbac-sabap-ve-met@mailcert.beniculturali.it Padova 15 luglio 2019
Oggetto: Costruzione di edificio denominato “nuova pediatria” in prossimità del bastione Cornaro delle Mura di Padova

Gent.ma Soprintendente,

Premesso che:

– il bastione Cornaro è vincolato con Decreto in data 22 dicembre 1923 dell’allora Ministero della Pubblica Istruzione in base alla Legge n. 364 del 20 giugno 1909 (allegato 1);

– è il più grande bastione fortificato padovano costruito da Michele Sanmicheli tra il 1539 ed il 1540, composto di due “piazzebasse” a emiciclo; le cannoniere erano poste su due livelli nei fianchi del bastione (v. Giacomo Rusconi, “Le mura di Padova”, 1921) (allegato 2);

– l’importanza dell’opera, la sua unicità, e il suo pregio, sono già ricordati da Giorgio Vasari che attribuisce al Sanmicheli due “invenzioni”: quella di “fare i bastioni a cantoni” e quella di “fare i bastioni con le tre piazze”, cioè di costruire dei bastioni che avessero sia le piazzebasse che quelle alte a cielo aperto (Lionello Puppi, Michele Sanmicheli, architetto di Verona, 1986) e anche: “Si pensi ad esempio al baluardo Cornaro, potente avancorpo dotato di batteria in barbetta e di due piazze basse intercomunicanti, tramite una galleria che, se necessario, sarebbe servita come contromina. Iniziato come già detto nel 1539, il nuovo baluardo sarà ultimato soltanto nel 1556, con la copertura in terra delle sue strutture”. (Giulio Bresciani Alvarez in Architettura a Padova, il Poligrafo, Padova, 1999) (allegati 3 e 3 bis);

– nel corso degli anni gli spazi del bastione hanno avuto impieghi diversi: dalla collocazione di polveriere dell’esercito italiano negli anni della Prima guerra mondiale, fino alla costruzione delle cliniche e dei loro ampliamenti e alla riduzione delle piazzebasse a parcheggi, depositi e vani tecnici;

– nel terrapieno a nord della piazzabassa occidentale è ancora visibile un tratto della volta d’entrata in galleria, riscontrabile anche all’interno dell’emiciclo (foto in allegato 4);

– le piazzebasse e relative gallerie d’accesso sono evidentemente parte costitutiva del bastione, e come tali devono essere considerate elementi da tutelare.

Si evidenzia che:

– le distanze riportate nella Conferenza dei Servizi Istruttoria per la costruzione del “nuovo edificio per la pediatria”, seppur nel rispetto del vincolo diretto dalle mura, non tutelano affatto il Baluardo Cornaro e i suoi originali elementi tipologici e costruttivi, dovendosi intendere anche le opere interne alle cortine, elemento essenziale della “macchina” creata dal Sanmicheli;

– dai progetti dell’Azienda Ospedaliera apparsi sulla stampa negli ultimi mesi, si vede inoltre che il volume dell’edificio di nuova pediatria dagli ultimi sviluppi del progetto risulta essere a circa 5 metri dall’ingresso della galleria di ponente della piazzabassa (allegato 5).

– la Conferenza dei Servizi Istruttoria del 10 aprile 2017 ha eluso uno dei capisaldi fondamentali per la salvaguardia della monumentalità decretata con il Vincolo del 1923: e cioè, se il baluardo debba o meno essere considerato parte di un insieme costruttivo unitario, mentre risulta evidente che qualsiasi edificio storico debba essere considerato nella sua unità formale e costruttiva, compresi gli eventuali interrati; a maggior ragione per le Mura Cinquecentesche di Padova, in cui le gallerie e le grandi sale interrate costituiscono certamente uno dei motivi di maggiore interesse e originalità.

Inoltre va attentamente considerato che:

– l’edificazione della nuova pediatria, alta 31 metri, a pochi metri dal bastione Cornaro, costituirà l’annientamento dell’immagine monumentale dello stesso, essendo il bastione per sua natura un elemento emergente nella struttura difensiva, tutto ciò in totale contrasto con il già citato vincolo (allegato 1) in cui si sottolinea la necessità di non “modificare l’aspetto di quelle zone o turbarne la bellezza panoramica”;

– rimane infine l’impatto paesaggistico, che pregiudica la possibilità di una credibile prosecuzione del Parco delle Mura anche in questo lungo tratto in cui le cortine sono ancora fisicamente presenti e in buona parte integre, tenendo conto che il fronte bastionato cinquecentesco non è costituito dalla sola cinta muraria ma anche, e soprattutto, dalle fosse esterne e dai terrapieni interni, dalla strada di circonvallazione esterna fino a quella interna (sulla quale dovrebbe sorgere il nuovo edificio).

Pertanto, si chiede a codesta Soprintendenza:

– di verificare se il progetto di nuova pediatria rispetti lo spirito e la lettera del vincolo sul bastione Cornaro e del suo contesto, così come esplicitato nei decreti di vincolo allegati, e in particolare “evitare che ne sia danneggiata la prospettiva e che ne siano alterate le condizioni di ambiente e di decoro”;

– di decretare d’urgenza un vincolo paesaggistico su questa parte particolarmente a rischio delle mura, come già richiesto con precedenti istanze, essendo già in programma da tempo la ristrutturazione complessiva di questo settore della zona ospedaliera con altri edifici previsti in prossimità della torre di nuova pediatria in questione.

Integrazione “piazze basse” alla Soprintendenza

Padova 24 Aprile 2019
Soprintendente
SABAP-Ve-Met
Arch. Emanuela Carpani

Con la presente, siamo ad integrare quanto già depositato con il protocollo del 9 Aprile c.m. riguardo il rispetto dei vincoli per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”.
L’integrazione riguarda la struttura del Baluardo Cornaro, il più grande circuito fortificato padovano costruito da Michele Sanmicheli tra il 1539 ed il 1540, composto di due “piazze basse” ad emiciclo  (come le chiamò Sanmicheli), intercomunicanti da gallerie interne dove erano posti i pezzi di cannoniera (le bocche da fuoco, invece, erano poste in barbetta nelle facce e nei fianchi del
bastione), e da cui si accede da due porte dalla strada della circonvallazione interna (Giacomo Rusconi, “Le mura di Padova”, 1921). A confermare l’importanza dell’opera, la sua unicità, e il suo pregio, è Giorgio Vasari che attribuisce al Sanmicheli due “invenzioni”, quella di “fare i bastioni a cantoni” e quella di “fare i bastioni con le tre piazze”, cioè di costruire dei bastioni che avessero sia
le piazze basse che quelle alte a cielo aperto (Lionello Puppi, Michele Sanmicheli, architetto di Verona, 1986).
Nel corso degli anni, poi, gli spazi delle piazze basse del bastione hanno avuto impieghi diversi, dagli anni della Prima guerra mondiale dove vi furono trasferite le polveriere dell’esercito italiano fino alla costruzione delle cliniche e dei loro ampliamenti, dove sono state, e sono a tutt’oggi, usate come deposito o vani tecnici. Nel tempo è stato possibile visitare solo la piazza bassa di ponente, di cui si detiene materiale fotografico che conferma l’utilizzo di cui sopra, ma non è mai stato
concesso di visitare la piazza bassa di levante (lato pneumologia), di cui però si vedono chiaramente il terrapieno della piazza bassa stessa e l’entrata della sua galleria.
Da quanto sopra indicato, quindi, si evidenzia che le piazze basse sono parte integrante del bastione stesso, e come tali devono essere considerate elemento da tutelare.
Se, infatti, secondo le misure riportate nella Conferenza dei Servizi Istruttoria per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria” viene rispettato il vincolo diretto dalle mura, ciò non può dirsi per ilBastione Cornaro stesso e i suoi elementi costruttivi, trovandosi il nuovo edificio a 5 metri dall’entrata della galleria di levante, a 13 metri dal suo terrapieno e a 20 metri dalla sua piazza bassa.
Includendo gli elementi costruttivi del Bastione Cornaro finora esclusi nella planimetria allegata alla Conferenza dei Servizi Istruttoria del 10 aprile 2017 per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”, e considerando quindi il monumento del Sanmicheli nella sua interezza, risulta evidente come, integrando le nuove distanze con il futuro nuovo edificio, ne risulti la mancanza dei requisiti
previsti per legge. Per questo motivo abbiamo richiesto che il suddetto materiale, inviato all’Azienda Ospedaliera, fosse integrato nella prossima Conferenza dei Servizi.
Inoltre, valutando la possibilità della presenza di vincolo paesaggistico, facciamo seguito con una ricostruzione dell’ingombro del nuovo edificio (lunghezza 72 metri, larghezza 25 metri e altezza 31 metri), basandoci sulle misure e caratteristiche presenti nella Conferenza dei Servizi Istruttoria approvata, per valutarne l’impatto sull’esistente e sulle mura (in rosso).

Notifica esistenza “piazze basse” all’Azienda Ospedaliera

Notifica esistenza “piazze basse” all’Azienda Ospedaliera

Padova 24 Aprile 2019
Direttore generale
Dr. Luciano Flor
Azienda Ospedaliera

Con la presente, siamo a porre a Vostra conoscenza l’esatta conformazione del Bastione Cornaro ai fini dell’aggiornamento di tale dato nella prossima Conferenza dei Servizi per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”.
L’importanza storica che riveste il Bastione Cornaro deriva dal fatto che è il più grande circuito fortificato padovano costruito da Michele Sanmicheli tra il 1539 ed il 1540, composto di due “piazze basse” ad emiciclo (come le chiamò Sanmicheli), intercomunicanti da gallerie interne dove erano posti i pezzi di cannoniera (le bocche da fuoco, invece, erano poste in barbetta nelle facce e nei fianchi del bastione), e da cui si accede da due porte dalla strada della circonvallazione interna
(Giacomo Rusconi, “Le mura di Padova”, 1921). A confermare l’importanza dell’opera, la sua unicità, e il suo pregio, è Giorgio Vasari che attribuisce al Sanmicheli due “invenzioni”, quella di “fare i bastioni a cantoni” e quella di “fare i bastioni con le tre piazze”, cioè di costruire dei bastioni che avessero sia le piazze basse che quelle alte a cielo aperto (Lionello Puppi, Michele Sanmicheli, architetto di Verona, 1986).
Nel corso degli anni, poi, gli spazi delle piazze basse del bastione hanno avuto impieghi diversi, dagli anni della Prima guerra mondiale dove vi furono trasferite le polveriere dell’esercito italiano fino alla costruzione delle cliniche e dei loro ampliamenti, dove sono state, e sono a tutt’oggi, usate come deposito o vani tecnici. Nel tempo è stato possibile visitare solo la piazza bassa di ponente, di cui si detiene materiale fotografico che conferma l’utilizzo di cui sopra, ma non è mai stato
concesso di visitare la piazza bassa di levante (lato pneumologia), di cui però si vedono chiaramente il terrapieno della piazza bassa stessa e l’entrata della sua galleria.
Da quanto sopra indicato, quindi, si evidenzia che le piazze basse sono parte integrante del bastione stesso, e come tali devono essere considerate elemento da tutelare.

Se, infatti, secondo le misure riportate nella Conferenza dei Servizi Istruttoria per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria” viene rispettato il vincolo diretto dalle mura, ciò non può dirsi per il Bastione Cornaro stesso e i suoi elementi costruttivi, trovandosi il nuovo edificio a 5 metri galleria di levante, a 13 metri dal suo terrapieno e a 20 metri dalla sua piazza bassa.
Includendo gli elementi costruttivi del Bastione Cornaro finora esclusi nella planimetria allegata alla Conferenza dei Servizi Istruttoria del 10 aprile 2017 per la costruzione del “Nuovo Edificio per la Pediatria”, e considerando quindi il monumento del Sanmicheli nella sua interezza, si chiede di integrare le nuove distanze nella valutazione del nuovo edificio.

Il “contorno” della Prandina: Corso Milano e Riviere

Il “contorno” della Prandina: Corso Milano e Riviere

La caserma Prandina deve essere vista come l’occasione per migliorare l’intera area ovest della città, non si può pensare che la sua funzione finisca dentro le mura che la circondano: il grande parco deve essere in rapporto totale con l’esterno.

Per questo fin dal progetto iniziale abbiamo tracciato solo delle linee strutturali (parcheggio interrato e grande parco attraversato da ciclabile) e non siamo entrati nel dettaglio della progettazione: esperienza che stiamo condividendo con Agenda 21.
Ritenendo che per partecipare ad un tavolo di lavoro ci vogliano informazioni adeguate (l’argomento del 16 aprile è “mobilità e parcheggio”), abbiamo monitorato la zona limitrofa alla Prandina: dalle numerose segnalazioni degli utenti nella pagina facebook “inCivilis Padova” e dall’osservazione diretta, si evidenzia la necessità di aumentare e razionalizzare i posti auto, soprattutto per supplire alla mancanza o inadeguatezza delle ciclabili. Se i problemi si manifestano quotidianamente non osiamo pensare cosa succederà quando 7.000 persone in più frequenteranno la Piave: l’intervento è necessario e il tempo scarseggia!

Un’altra zona che può cambiare il suo volto grazie alla Prandina è Corso Milano: da autostrada per il centro a nuova via dello shopping.
Se l’idea futura è chiara si può intervenire gradualmente: spostare nel parcheggio interrato in Prandina i posti blu lungo la strada e creare la ciclabile; prevedere una linea tram che serva la zona ad ovest; e chissà che un domani, mezzi pubblici permettendo, corso Milano non si possa addirittura inserire nella Ztl (cosa augurabile per l’intera area cinquecentesca).
Abbiamo deciso perciò di presentare un rendering che non illustra il parco in Prandina (pur intravedendolo e mostrando via Orsini interrata da cui si esce dal parcheggio), concentrarci per l’appunto su corso Milano, perché si possa cominciare a discutere dell’intera zona.

VINCOLO PAESAGGISTICO SULLE MURA DI PADOVA

VINCOLO PAESAGGISTICO SULLE MURA DI PADOVA

Padova, 04/04/2019
Al Sindaco Sergio Giordani

OGGETTO: VINCOLO PAESAGGISTICO CINTA MURARIA DI PADOVA

A fronte della decisione dell’Amministrazione comunale di patrocinare e supportare il progetto “Parco delle Mura e delle Acque” (anche con la creazione di un’apposita delega), siamo a richiedere che il Comune di Padova si faccia parte attiva nella richiesta di tutela paesaggistica (ai sensi e per gli effetti dell’art. 46, D.Lgs. 42/2004) delle mura cinquecentesche della città, il più esteso sistema bastionato rinascimentale in Europa giunto fino a nostri giorni e il primo realizzato a difesa di una grande città di pianura.

Se tale progetto ha il pregio di costituire l’occasione per un riordino urbano complessivo della città storica con il recupero di aree degradate e la loro trasformazione paesaggistica, si rende necessaria la conferma di una tutela per l’intero contesto paesaggistico attiguo alla cinta muraria e che regoli, in un’area già di importante densità edilizia, il rapporto tra spazi liberi, costruzioni esistenti e nuove.

Infatti, ad oggi, le mura di Padova (oggetto di interesse storico e paesaggistico già dalla legge 364 del 20 giugno 1909), dal prezioso valore storico-culturale, presentano il solo vincolo diretto (Decreto Ministeriale P.I. 26 Maggio 1928 a firma del ministro Fedele) e non un vincolo che ne tuteli la visuale, la prospettiva e la luce richiesta dal monumento stesso.

In sintonia con quanto disposto dalle leggi inerenti la tutela, la sovrapposizione vincolistica (vincolo diretto e vincolo indiretto) permetterebbe che, a fronte dell’imponente impegno economico pubblico e privato (ad oggi 9 milioni di euro) necessario per la realizzazione del progetto, si giungesse ad una valutazione più attenta delle scelte urbanistiche contravvenendo a costruire sulla spinta delle necessità del momento in presenza di edifici che già oggi occupano spazi adiacenti dentro e fuori le mura (vedasi bastione Cornaro).

Nel dare seguito alla richiesta di tutela paesaggistica dell’area cinquecentesca di Padova, non si mette in discussione il vincolo esistente, ma si chiede di accertare le caratteristiche di pregio culturale o paesaggistico della porzione di territorio che insiste nell’area e se ne vuole sottolineare la bellezza d’insieme, oltre che quella individuale.

RICHIESTA TUTELA BASTIONE CORNARO

RICHIESTA TUTELA BASTIONE CORNARO

Padova, 03/04/2019

Al Soprintendente Dott.ssa Emanuela Carpani

OGGETTO: RICHIESTA AVVIO PROCEDIMENTO PER TUTELA INDIRETTA CINTA MURARIA PADOVA

Il gruppo inCivilis Padova, con lo scopo di tutelare e valorizzare il centro storico di Padova e il suo patrimonio

PREMESSO CHE:

la cinta muraria di Padova, oggetto di interesse storico e paesaggistico già dalla legge 364 del 20 giugno 1909, presenta un vincolo diretto DM P.I. del 26 maggio 1928 (allegato 2), risultando bene culturale tutelato ai sensi del D.Lgs. 42/2004;

i lavori di costruzione del Nuovo edificio per la Pediatria, indicato nella Conferenza servizi istruttoria del 04/10/2017 dell’Azienda Ospedaliera Università di Padova:

– mettono in serio pericolo l’integrità del bene perché non viene osservata la zona di rispetto lungo il perimetro delle mura (identificata dai decreti 8699, 8701, 8703 del Ministro Fedele). Nel progetto del nuovo edificio le “piazze basse” e le gallerie del bastione Cornaro non si ritengono parte integrante dell’intera struttura muraria (studio “Michele Sanmicheli architetto” di Lionello Puppi), perciò la distanza considerata non sarebbe 25 metri ma 17 metri, come evidenzia il rilievo di Ronzani (allegato 4);

– contestualmente, non tanto per le finiture (colori e materiali) ma quanto per la dimensione, il nuovo edificio stravolge lo skyline e ne danneggia la prospettiva e la luce richiesta dal monumento stesso (oggetto di restauro, valorizzazione ed inclusione nel futuro “Parco delle mura e delle acque” – allegato 5). In particolare modificherà la visibilità di scorcio e d’insieme, da vari punti di visuale, compromettendo l’area contigua della città “antica” interna alle mura (Giustinianeo ed ex Macello) con un edificio moderno di notevoli dimensioni (ad oggi con la nuova variante di progetto arrivati a circa 18.000 mq) che inevitabilmente sovrasterebbe e “oscurerebbe” le ben più basse mura storiche;

CHIEDE:

all’intestata Soprintendenza di attivare, ai sensi e per gli effetti dell’art. 46, D.Lgs. 42/2004, il procedimento per la tutela indiretta della cinta muraria di Padova nel suo complesso, evitando la paradossale situazione per cui la sola distanza del vincolo diretto permetta interventi dentro o fuori le mura, senza tener conto della salvaguardia dell’intero contesto paesaggistico in cui è inserito il complesso delle mura cinquecentesche di Padova (tutelato anche dell’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana).

allegato 4
allegato 2
allegato 5 – dal sito del Comitato Mura

Sono state inoltre allegate: decreto del vincolo 1928;  Conferenza dei servizi dell’Azienda Ospedaliera; due prospettive dell’area con il nuovo stabile.

Revisione Ztl mette a rischio percorso Padova Urbs Picta

Revisione Ztl mette a rischio percorso Padova Urbs Picta

Padova, 25 marzo 2019

Assessore Andrea Colasio

Come gruppo “inCivilis Padova” abbiamo partecipato a tutti gli incontri del percorso Padova Urbs Picta e tra le varie proposte dei tavoli delle idee si è, giustamente, manifestata l’esigenza che gli 8 siti facenti parte della candidatura Unesco, fossero resi accessibili ai turisti attraverso la creazione di un percorso pedonale (con segnaletica adeguata e sistemazione dei marciapiedi), e “veloce” con l’uso di un mezzo pubblico atto allo scopo, tipo “pollicino” (visto che l’area, per 5 di essi, è interna alla Ztl e non presenta parcheggi nelle vicinanze).

Riguardo a quest’ultimo argomento, al di fuori del percorso per la candidatura, il gruppo inCivilis sta lavorando per promuovere una migliore gestione della Ztl (estensione oraria e revisione dei pass esistenti), la sistemazione dei marciapiedi, la creazione di parcheggi limitrofi al centro (parcheggio interrato nell’area dell’ex Caserma Prandina), e per favorire la realizzazione di una grande area pedonale, (a vantaggio anche del turismo), e di facile fruibilità.

Da luglio 2018, l’orario Ztl è tutti i giorni 08.00 – 23.30 e la domenica 14.00 – 23.30. Negli anni precedenti, invece, le telecamere si spegnevano alle 20 e la domenica era di libero accesso. L’estensione oraria serale e domenicale è dipesa dalle nostre segnalazioni di numerosissime auto in sosta irregolare che tutte le sere, e soprattutto nel fine settimana, occupavano i marciapiedi e le vie del centro storico, rendendo labile un intervento degli agenti della polizia municipale (che, per tutta la città, sono meno di una decina in servizio e con un solo carro attrezzi disponibile).

L’amministrazione comunale ha però annunciato che a partire dal prossimo novembre la gestione della Ztl cambierà nuovamente, pedonalizzando le piazze 0-24 e riportando nella zona limitrofa i vecchi orari, cioè il libero accesso la sera e il fine settimana. Questo significa che si tornerà ad una situazione di parcheggio selvaggio nell’area (come se non bastassero più di 60 mila pass concessi), perché chiunque potrà accedervi e, visto lo scarso controllo, parcheggiare indisturbato in divieto.

Guardando affiancate le due cartine (nuova Ztl e siti UNESCO), ci si rende conto che molti dei luoghi candidati si trovano nella zona 8-20. Questo significa che, la sera dopo le ore 20, tutto il sabato e tutta la domenica, questi ultimi giorni di maggior afflusso turistico, quell’area sarà zona di libero passaggio delle automobili, e purtroppo in alcuni casi anche di parcheggio. Questa cambiamento proposto, a nostro parere, risulta in totale contraddizione con la creazione di un percorso turistico privilegiato e tutelato.

A supporto di quanto detto, portiamo un esempio concreto, documentato con foto e video inviati anche all’Amministrazione: la zona del Duomo e le vie limitrofe con telecamere spente contava mediamente più di 40 auto parcheggiate in divieto di sosta, con telecamere attive le auto in divieto sono mediamente 15 (tutte peraltro con regolare pass di accesso e diritto di posto riservato).

Inoltre spesso il sagrato del Duomo è utilizzato come area di sosta per eventi religiosi o organizzati dalla curia (che vanta circa 5 mila pass riservati) e che mal si concilia con l’ingresso al Battistero.
Se ciò non bastasse proprio limitrofa al Battistero è presente una scuola che gratuitamente fornisce i pass alla Ztl ai genitori degli alunni (stiamo parlando di 500 pass l’anno), che sostano la mattina per portare il figlio a scuola e, in attesa dello stesso, occupando ogni spazio esistente alle ore 13.00 e alle 16.00 (la scuola ha due sedi vicine).

Pedonalizzare via Vandelli (piazza del Duomo e del Battistero), ma lasciare libero transito serale e soprattutto nel fine settimana in via Vescovado, via dietro Duomo, via dell’Accademia (davanti all’ingresso per la Cappella della Reggia Carrarese), porterà nelle stesse vie al passaggio continuo di automobili in cerca di parcheggio, ovviamente irregolare (all’interno della Ztl non ci sono posti blu o bianchi, e i posti riservati sono già in minor numero rispetto ai pass rilasciati).
Dobbiamo sperare che i valutatori non vengano di domenica mattina vedendo marciapiedi e strisce pedonali occupate da chi è a fare colazione? O che non passino proprio all’ora di fine scuola? O la sera quando si parcheggia di fronte ai cancelli dell’Accademia per andare a fare l’aperitivo in Piazza Capitaniato?

Ci chiediamo quale peso gli ispettori UNESCO attribuiranno ai marciapiedi dissestati (trachite dissestata sotto il peso delle auto o mai ripristinata a seguito di lavori stradali), alle automobili parcheggiate sui marciapiedi o sotto i portici o sulle strisce pedonali e, quale peso avrà la riduzione dell’orario della Ztl (che però loro scopriranno sulla carta), previsto solo due mesi dopo la loro visita.

Il gruppo inCivilis Padova non vuole essere un ostacolo alla candidatura, ma anzi segnalare anticipatamente i possibili limiti e ciò che potrebbe comprometterla. Pertanto, alla luce di quanto scritto, invitiamo il Comitato per la candidatura ad una valutazione oggettiva delle problematiche descritte, a passeggiare per le vie (quelle oggetto di modifica 8-20 segnate in blu sulla cartina), la domenica mattina quando le telecamere sono spente e c’è libero transito e poi a ripassarci il pomeriggio o un sabato sera con le telecamere attive, per valutare in autonomia che mantenere l’estensione oraria Ztl è necessario per il bene della città.

Analisi finanziaria progetto 3P

Analisi finanziaria progetto 3P

                                                                                                                                                                                             Padova 18 Marzo 2019

Sindaco Sergio Giordani

Vice Sindaco Arturo Lorenzoni

Assessore Andrea Micalizzi

In seguito al protocollo il 7 gennaio c.a. del nostro progetto sull’area dell’ex Caserma Prandina, “3P – Parco Parcheggio Prandina”: parcheggio interrato, rettifica ed interramento di via Orsini, grande parco con valorizzazione delle mura, ristrutturazione degli stabili da adibire al terzo settore, con la presente siamo a proporre al Comune di farsi soggetto attuatore dell’opera.

Tale proposta deriva da un’analisi dei ricavi e dei costi (Allegato 1) nella quale si presuppone un costo totale di 35 milioni di euro e, nello specifico, per quanto riguarda il parcheggio, della creazione di circa 1200 posti auto, con un primo piano dedicato a parcheggio di destinazione e un secondo piano con posteggi dedicati all’affitto di medio-lungo periodo. .
Considerando l’eliminazione di posti auto da Corso Milano, Riviera San Benedetto e vie limitrofe, e la trasformazione di piazzale Boschetti in parco “Tito Livio”, la necessità di recuperare stalli di sosta è evidente.

A fronte di tale ipotesi, siamo a chiedere se il Comune possa prendere in considerazione, una volta rinnovata la concessione, di affidare ad Aps Holding S.p.A. (sua partecipata al 100%) la gestione del bando con gara europea, per poter decidere autonomamente le caratteristiche del progetto stesso e beneficiare dei ricavi. .
Stante i costi, da un lato Aps realizzerebbe un utile annuo di circa 600.000 euro, dall’altro il Comune incasserebbe 600.000 euro per la concessione degli stalli che, nell’arco di vent’anni, ripagherebbero più del valore dell’intera area oggetto di permuta con un’entrata di 12.000.000.

Richiesta doveri bonifica bellica Prandina

Richiesta doveri bonifica bellica Prandina

                                                                                                                                              Padova 15 Marzo 2019

 

Sindaco Sergio Giordani

Dott. Dario Di Girolamo – Agenzia del Demanio

Con la presente, in base al D.lgs 25 maggio 2016, n. 97, siamo a richiedere informazioni riguardanti la bonifica dell’area dell’ex Caserma Prandina oggetto di permuta come da Protocollo d’Intesa sottoscritto il 20 Giugno 2018.

In concreto desideriamo sapere se in tale Protocollo, o altrove, è specificata la necessità di un intervento di bonifica da ordigni esplosivi residuati bellici e/o bonifica da elementi inquinanti di vario genere, eventualmente presenti nell’area.

Se tali bonifiche non risultassero ancora effettuate (comprovate da documentazione), chiediamo quali responsabilità civili e penali siano in capo ai distinti soggetti firmatari di detto protocollo, e a quale soggetto compete l’esecuzione di tali bonifiche e il relativo onore economico.

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